Il "GUERNICA" di Pablo Picasso
articolo a cura di Andrea Strambi
1 STORIA GUERRA CIVILE SPAGNOLA
2 EPISODIO DI GUERNICA
3 SIMILITUDINI E CONFRONTI CON ALTRE OPERE
3.1 "Il Guernica" di Picasso
3.2 "I mangiatori di patate" di Van Gogh
3.3 Il "Compianto" di Giotto"
3.4 "Il trionfo della morte" di Bruegel
4 ANEDDOTI E VICENDE DEL QUADRO
1 STORIA GUERRA CIVILE SPAGNOLA
Il 14 aprile 1931 in Spagna viene proclamata la repubblica.
Questa ebbe vita travagliata per i contrasti tra i partiti,
da un lato vi erano le forze della Sinistra che si erano impegnate in un’azione
di profondo rinnovamento economico e sociale, in particolar modo propugnando la
riforma agraria, dall’altro vi era la dura opposizione della Destra monarchica e militare.
Quest’ultima, che aveva nel movimento della Falange
(Movimento Nazionale) di ispirazione nazionalista il suo centro
organizzativo,non esitò a gettare il
paese nella guerra civile quando nel febbraio 1936 le sinistre (repubblicani,
socialisti, comunisti e anarchici) alleate nel Fronte Popolare vinsero
le elezioni e formarono il governo.
La guerra civile ebbe inizio nel luglio del 1936 con
l’insurrezione antirepubblicana delle truppe di stanza in Marocco al comando
del Generale Francisco Franco.
Da tutta Europa giunsero in Spagna i volontari antifascisti
che combatterono nelle Brigate Internazionali, ma le democrazie europee non
intervennero in difesa della Spagna repubblicana, anche per i sospetti
suscitati dalla presenza comunista e dagli aiuti sovietici (i quali fornirono
caccia Sovietici I-15 e I-16).
Invece l'Italia fascista di Mussolini inviò un vero e
proprio corpo di spedizione in aiuto di Franco, e Hitler fornì importanti aiuti
soprattutto per quanto riguarda l'aviazione, come la Legione Condor,
un'unità dell'aeronautica tedesca (con l’impiego di caccia Messerschmidt Me-109
e il bombardiere/trasporto Junkers Ju-52,), che sperimentò in Spagna le
tecniche di bombardamento che sarebbero poi state massicciamente impiegate
nella Seconda Guerra Mondiale.
Dopo tre anni di sanguinosi combattimenti i franchisti
ebbero la meglio: a loro favore giocò, oltre la supremazia militare, anche la
disorganizzazione dell'esercito nemico che rispecchiava i contrasti politici
che si erano aperti nel Fronte Popolare, con la repressione degli anarchici da
parte dei comunisti in particolare.
Il conflitto durato tre anni lasciava sul campo circa un
milione e mezzo di vittime.
Centinaia di migliaia di repubblicani dovettero fuggire o
finirono prigionieri e Francisco Franco, proclamato "caudillo" (ossia guida,
duce) instaurò una dittatura di tipo fascista, della quale fu il capo
indiscusso per oltre trent'anni.
In politica estera Franco, ideologicamente vicino ai regimi
dittatoriali di Italia e Germania, si mantenne prudentemente fuori della
seconda guerra mondiale, avvicinandosi anzi agli alleati anglo-americani nelle
ultime fasi del conflitto.
2 EPISODIO DI GUERNICA
Guernica è il nome di una cittadina spagnola che venne
distrutta da un bombardamento aereo.
Questo avvenne la sera del 26 aprile del 1937 ad opera
dell’aviazione militare tedesca.
L’operazione fu decisa con freddo cinismo dai comandi
militari nazisti semplicemente come esperimento.
Göring, prima di suicidarsi a Norimberga nel 1946, dichiarerà
ai giudici delle Nazioni Unite: "Guernica fu per la Luftwaffe un terreno di
prova. Non conoscevamo un luogo più adatto per far compiere un test ai nostri
bombardieri".
Il 26 Aprile 1937 la Legione Condor (letteralmente,
"arma dell'aria") con aerei e
piloti tedeschi, attaccò e rase al suolo la cittadina basca di Guernica,
uccidendo in tre ore e mezza circa 2000 persone.
Dal punto di vista militare, Guernica era un obbiettivo del
tutto insignificante; l'azione, svoltasi in un giorno di mercato, fu una strage
compiuta per seminare terrore nella popolazione civile e sperimentare una nuova
tattica di guerra aerea: il bombardamento a tappeto.
Poichè la cittadina di Guernica non era teatro di azioni
belliche, la furia distruttrice del bombardamento aereo si abbatté solo sulla
popolazione civile uccidendo soprattutto donne e bambini.
Il bombardamento che avvenne il 26 aprile del 1937 si
verificò in un giorno di mercato e quindi alla popolazione abituale s'erano
aggiunti numerosi agricoltori dei dintorni che portavano alla fiera il
bestiame, l'olio e il vino.
Leggendo le varie testimonianze di chi assistette al
bombardamento ci si rende conto che il solo fine era quello di provocare il più
alto numero di morti e distruzione.
Infatti non ci fu un unico attacco ma gli attacchi furono
tre a distanza di un’ora uno dall’altro in modo che durante gli attacchi
successivi ci fosse la possibilità di mietere altre vittime tra i soccorritori.
Il primo attacco avvenne alle 16.30 in punto quando
arrivarono in formazione una trentina di aerei, che si gettarono in picchiata e
mitragliarono all'impazzata.
Dopo questo primo attacco le vittime non furono molte, forse
qualche centinaio, ma lo scopo era quello di far radunare più gente possibile
tra i soccorritori.
Passò un'ora. Sulla città già sconvolta comparvero 20
Heinkel 111 da bombardamento in quota, muniti di bombe da 100 e da 250
chilogrammi che sganciarono contemporaneamente.
Passò un'altra ora e gli Heinkel 111 tornarono, lanciando
pressappoco 10.000 spezzoni incendiari.
Alle sette e mezzo di sera lo scame di aerei assassini si
era ormai allontanato e quello che rimaneva di Guernica era un ammasso di
rovine.
3 SIMILITUDINI E CONFRONTI CON ALTRE OPERE
Picasso nel dipingere il quadro di Guernica è stato sicuramente
solo ispirato dal terribile episodio avvenuto nel 1937, tuttavia esistono
alcune suggestive teorie per cui il Guernica potrebbe essere stato ispirato da
altre opere antecedenti all’episodio.
Qui vengono descritte alcune opere che possono essere confrontate
con il Guernica, proseguendo in senso orario le analizzeremo una per
una:
"Il Guernica" di Picasso (1937, Madrid, Museo Reina Sofia)
"I mangiatori di patate di Van Gogh (1885, Amsterdam,
Van Gogh Museum)"
" Il Compianto di Giotto (1304–1306, Padova, Cappella degli Scrovegni)
"Il trionfo della morte di Bruegel (1562-1563, Madrid, Museo del Prado)".
3.1 "Il Guernica" di Picasso
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Guernica, 1937, tempera su tela, 350 x 777 cm
L'opera venne realizzata, in meno di due mesi, dopo la distruzione della
cittadina basca.
Il massacro avvenuto sulla popolazione inerme viene espresso
dalla drammatica composizione di corpi, visi stravolti, animali impazziti, in
uno sfondo privo di colore in cui ogni figura sembra urlare il proprio dolore e
la propria rabbia.
Il quadro è realizzato secondo lo stile del cubismo e la
novità di quest'opera consiste nell’uso del bianco e nero, suggerito dalle
immagini di distruzione apparse sui giornali, il tutto per accentuare la carica
drammatica di quanto è rappresentato.
Nel quadro non vi è un’unica fonte di luce, le varie figure
sono illuminate diversamente e da angolature diverse con un gioco di chiaro
scuro per rendere più drammatico l’evento e confondere l’osservatore.
La composizione, che si allunga orizzontalmente, riunisce sette
gruppi di personaggi (tre al centro e due rispettivamente a dex. e a six.),
che vengono rappresentati in tre scene.
Le due scene laterali sono simmetriche rispetto alla figura
centrale del cavallo, ai due estremi del quadro vi sono due figure urlanti (un
uomo tra le fiamme e una donna in ginocchio con in braccio un bimbo morto),
quindi proseguendo dai due etremi del quadro verso il cavallo seguono due
figure attonite (il toro da un lato e un volto con una lampada ad olio
dall’altro), infine a dex. e six. del cavallo ci sono due figure, quella a dex.
sembra guardare le bombe cadere , quella a six. forse una statua rotta
rappresenta gli affetti delle bombe.
La scena centrale è occupata da un cavallo,
questa scena ha una struttura triangolare in cui ai due angoli inferiori ci
sono delle figure umane che creano una continuità con le due scene laterali.
Il cavallo sembra essere ferito ed è raffigurato in una
posizione innaturale con le fauci dolorosamente spalancate da cui fuoriescono
strazianti nitriti.Forse impazzito dal rumore assordante del
bombardamento.Nella bocca ha una sagoma che ricorda quella di una bomba.
È lui la figura che simboleggia la violenza del
bombardamento che sconvolge la vita quotidiana della cittadina basca ed è la
prima cosa che l’osservatore vede guardando il quadro.
Sopra la testa del cavallo s'innalza un grande "Occhio di
Dio" messo come monito alla violenza e a ricordare che tutto ciò che accade
viene sempre visto dall’Occhio di Dio.
Secondo un’altra interpretazione, che analizzeremo dopo,
sopra il cavallo è posto un lampadario con una banalissima lampadina a
filamento.
La scena a destra: si allungano il profilo
stilizzato di una testa umana e un braccio che tiene accesa sulla scena una
lampada a petrolio, forse a rappresentare le ricerche dei feriti avvenute di
notte al termine del bombardamento o semplicemente una persona che si affaccia
dalla propria casa cercando di capire cosa stia accadendo.
Sul margine destro della piramide centrale ,vi è una figura
di donna che guarda in alto con un’espressione ignara non capendo cosa cade dal
cielo.
Sulla estrema destra tra case e finestre vi è una figura col
capo rovesciato all'indietro, la bocca spalancata in un grido di dolore mentre
è avvolta dalle fiamme.
La scena a sinistra:nell’angolo in basso a
sinistra della piramide virtuale e sotto il cavallo ferito giace, al suolo con
le braccia aperte quasi fosse crocefisso, la figura di un uomo, forse una
statua, che stringe con la mano destra una spada spezzata.
Gli occhi e la bocca ricordano un uomo morto ma il collo
finisce con una forma geometrica più simile ad una statua rotta. Le sue braccia
mostrano i nervi tesi in uno estremo dolore.
All’etrema sinistra tra le macerie fumanti sono raffigurati
un toro e una madre, che straziata dal dolore tiene tra le braccia il figlio
morto.
Il toro e il cavallo sono stati interpretati in vario modo
ma forse bisogna solo ricordarci che il bombardamento è avvenuto in un giorno
di mercato in cui quindi erano presenti anche degli animali.
Tuttavia, prima ancora del bombardamento di Guernica,
Picasso aveva ritratto altre volte il tema del cavallo sofferente e del toro
trionfante, volendo forse rappresentare l’odierna lotta del sesso o della forza
contro la ragione.
Al cavallo Picasso contrappone sulla sinistra la figura di
un toro. Esso è il simbolo della Spagna offesa. Di una Spagna che concepiva la
lotta come uno scontro leale e ad armi pari.
Uno scontro leale come quello della corrida dove un uomo
ingaggia la lotta con un animale più forte di lui rischiando la propria vita.
Invece il bombadramento aereo rappresenta quanto di più vile l’uomo possa
attuare, perché la distruzione piove dal cielo senza che gli si possa opporre
resistenza. La fine di un modo di concepire la guerra viene rappresentato,
anche in basso, da un braccio che ha in mano una spada spezzata: la spada, come
simbolo dell’arma bianca, ricorda la lealtà di uno scontro che vede affrontarsi
degli uomini ad armi pari.
3.2 "I mangiatori di patate" di Van Gogh
(1885, Amsterdam, Van Gogh Museum)
Una delle possibili interpretazioni date all’Occhio di Dio
prende spunto dal quadron "I mangiatori di patate", di Van Gogh.
L’Occhio di Picasso ricorda molto bene il lampadario posto
al centro in alto nel quadro di Van Gogh, in questo quadro viene raffigurata
una famiglia di contadini all’interno di una casa riunitasi intorno ad un
tavolo per consumare insieme la cena.
Dal quadro di Van Gogh si riesce a sentire l’odore del
lardo, del fumo, del vapore delle patate, del profumo del caffè appena versato
nelle tazze, tutto insomma in un’atmosfera rilassata e in cui la famiglia è al
sicuro in casa.
Di questo quadro il lampadario e il muro sullo sfondo sono
le uniche cose che Picasso cita, in modo da rendere più esplicito il fatto che
la serena atmosfera famigliare è stata drammaticamente spazzata via e le uniche
cose, che lontanemante la ricordano, sono quel lampadario e quel muro.
3.3 Il "Compianto" di Giotto
(1304–1306, Padova, Cappella degli Scrovegni).
Il dipinto ritrae il Cristo appena tolto dalla croce.
Tutta la scena è rappresentata in modo da proiettare la
visione dell’osservatore direttamente sul Cristo.
In primo piano ai lati del Cristo ci sono due donne ritratte
di spalle assimilabili a due grosse rocce e non riconoscibili che con la loro
presenza incanalano lo sguardo dell’osservatore verso il Cristo. Sullo sfondo
della scena vi è una roccia scoscesa che fa scivolare la sguardo
dell’osservatore in basso verso il Cristo.
Le figure riconoscibili sono Maria di Cleofa con le braccia
sollevate in atto di dolore, Maria Salomè, al centro della scena mentre
sostiene i polsi di Cristo, Maria di Maddalena che sostiene i piedi di Cristo e
Maria Vergine che sostiene il Cristo, adagiato sulle sue gambe
In piedi, alla destra della scena ci sono Giuseppe
d’Arimatea e Nicodemo.
La figura di Giovanni Battista è in piedi di profilo con lo
sguardo diretto verso il volto del Cristo e le braccia tese all’indietro in un
espressione di dolore.
Andiamo ora a vedere le varie analogie che ci sono tra il
Compianto di Giotto e il Guernica Picasso.
Nella parte sinistra del quadro c’è una madre che stringe
tra le braccia il figlio morto posato sulle proprie gambe, analogamente alla
Vergine nel dipinto di Giotto.
In entrambi i quadri vi è un unico elemento orizzontale, in
Picasso è il corpo di un uomo, un soldato che muore vittima della violenta
aggressione tedesca e in Giotto è il Cristo che muore vittima della violenza
degli uomini.
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In Guernica a destra c’è una figura in piedi che, imprigionata
dalle fiamme, solleva le braccia al cielo in atto di dolore come in Giotto fa
Maria di Cleofa alle spalle del Cristo.
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Nella scena destra del dipinto di Picasso c’è una figura
femminile con le braccia protese indietro, proprio con la medesima postura
di Giovanni Battista nel Compianto, tutti e due hanno lo sguardo puntato
verso il fulcro della scena, uno verso l’occhio di Dio, l’altro verso il volto
del Cristo.
In Guernica, ad aggiungere forza all'analogia tra i due
dipinti, si aggiunge un viso che dirige lo sguardo verso la donna che tiene in
braccio il figlio morto. Le due figure di Picasso presentano lo stesso
identico volto, e quel volto è estremamente somigliante a quello del Battista
di Giotto.
I tre personaggi hanno, nei due dipinti, il medesimo slancio
del collo proteso in avanti.
In Guernica il personaggio viene scisso in due elementi
distinti, uno che punta in cielo e l'altro in terra, proprio come fanno le mani
del Battista nel Compianto.
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La forma dell’albero di Giotto ricorda il fiore di Picasso,
in Giotto l’albero è spoglio, non secco, indicando quindi la prossima
primavera, cioè la resurrezione di Cristo.
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Nel dipinto di Picasso le ali degli angeli sono
rappresentate da un uccello disegnato nella parete di fondo di sinistra e dalle
corna del toro.
3.4 "Il trionfo della morte" di Bruegel
(1562-1563, Madrid, Prado)
In questo dipinto viene esaltata l’enorme capacità di
Bruegel nell’organizzare le scene di massa e l’osservatore, fissando la propria
attenzione sui numerosi episodi che vi sono rappresentati ne viene trascinato
all’interno come risucchiato da una forza maggiore.
Il dipinto è suddiviso in tre scene: una in alto che occupa
interamente lo sfondo e che risulta meno articolata, e altre due scene in basso
rispettivamente a six. e a dex.
Nella scena in alto si vedono incendi, forche e ruote della
tortura su un terreno arido e spoglio, e il rumore causato dalla caotica folla
ritratta in basso risulta attenuato dal periodico battere a morte della
campana in alto a six. suonata da uno
scheletro.
Le due scene in basso invece sono diversamente articolate,
per cui una è resa più intensa dell’altra.
Tuttavia risultano inseparabilmente legate fra loro tramite
lo svilupparsi di cinque diversi episodi che si svolgono da sinistra a destra a
uguali distanze: l’imperatore, il cardinale, il pellegrino, i guerrieri, la
coppia di amanti.
Questi episodi sottolineano la crudeltà e l’imparzialità
della morte, che non fa alcuna distinzione tra imperatore, cardinale e
contadini.
A partire da six. troviamo l’imperatore, caduto per terra, e
uno scheletro che, deridendolo, gli mostra la clessidra per fargli capire che è
venuto il suo tempo, mentre un altro scheletro fruga tra i suoi denari. Proprio
di fianco a questa scena un pellegrino viene barbaramente sgozzato e un
cardinale viene trascinato via ormai morente.
Nelle numerose scene descritte da Bruegel si possono
intravedere alcuni dei 7 vizi capitali :
la superbia espressa dalle due figure dell’imperatore e del
cardinale; l’ira, espressa attraverso le figure dei mercenari e dei soldati che
cercano di opporsi agli scheletri della morte; l’accidia e la lussuria
rappresentate contemporaneamente dalla coppia di amanti che intenti a far
musica dimostrano la totale indifferenza a quello cha sta succedendo intorno;
la gola rappresentata dalla tavola imbandita; l’avarizia espressa dai
recipienti colmi di denaro.
Vediamo ora gli accostamenti che si possono fare con il
quadro di Picasso.
La prima cosa che si nota in Bruegel è che la sua opera
risulta molto complessa e minuziosa nella descrizione dei dettagli mentre
Picasso risulta molto più conciso (cubista).
Nel Guernica le figure sono poche ma l’effetto della
drammaticità non ne risulta affatto attenuato, invece Bruegel ci avvolge con la
sua rappresentazione delle folle di scheletri e di persone che si fondono in un
colore rosso fuoco.
Al contrario Picasso utilizza il bianco e nero in quanto
colpito dalle immagini viste sui giornali del bombardamento di Guernica.
Entrambi quindi utilizzano colori diversi ma in entrambi i
casi quello che si ottiene è l’apoteosi del terrore, della paura, del dolore,
della morte.
L’Occhio del Guernica lo possiamo in qualche modo accostare
alle ruote della tortura sulle quali gli sfortunati venivano legati e tenuti
fino al sopraggiungere della morte.
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I due cavalli raffigurati da Bruegel risultano completamente
diversi sia nell’aspetto che nell’epressione rispetto al cavallo di Picasso.
In Bruegel entrambi i cavalli raffigurati sono ridotti pelle
e ossa, entrambi vengono cavalcati da scheletri, uno che semina terrore e miete
vittime con la sua falce l’altro stancamente suona una campanella. I due
cavalli, pur simili nel loro aspetto scheletrico, vengono rappresentati uno
teso nel massimo sforzo del galoppo e l’altro stanco mentre trascina un carro.
In Picasso il cavallo sprizza forza ovunque, dal forte
collo, dal corpo robusto e soprattutto dalle fauci spalancate in un’espressione
di rabbia in quanto impossibilitato alla reazione contro un nemico che piove
dal cielo.
La sensazione che si ricava da Picasso non è una sensazione
negativa, di rassegnazione, di tristezza ma è una sensazione di estrema forza,
di lotta , di volontà a reagire. Il cavallo non è rassegnato ma si contorce
come a voler disarcionare un ipotetico cavaliere.
In Bruegel la morte colpisce indiscriminatamente tutti
dall’imperatore al soldato e entrambi vengono raggiunti dalla morte tenendo in
mano il simbolo della loro forza, uno tiene in mano lo scettro e accetta la
morte come si conviene ad una persona del suo alto lignaggio, l’altro , il soldato
cerca in un estremo tentativo di opporsi con la spada alla morte.
In Picasso la morte è già arrivata, il soldato a terra con
in mano la spada spezzata rappresenta il risultato di una battaglia che ha
visto vincitrice la furia assassina delle bombe.
Tuttavia il fiore tenuto in mano dal soldato è messo lì per
essere raccolto e conservato per non dimenticare ciò che è successo.
Confrontando le due donne che stringono tra le braccia il
loro bimbo, quella che più ci colpisce, è senz’altro quella ritratta da Picasso
in cui il dolore straziante della donna per la perdita del figlio ci penetra
come una lancia.
In Bruegel la donna è caduta, forse morta, mentre uno
scheletrico cane, forse affamato o forse solo per affetto ai suoi padroni, si avvicina al neonato, la scena
assume un aspetto calmo e triste.
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L’espressione delle due figure risulta molto simile, sia nel
volto, sia nella posizione delle braccia, sia nella posizione delle spalle e
del corpo.Entrambi guardano in alto, chi verso le bombe assassine chi verso le
folle sanguinarie degli scheletri, entrambi sembrano inermi ma non rassegnati.
Uno è pronto a sguainare la spada per combattere l’altro si
dirige nel luogo dove cadono le bombe per dare soccorso ai feriti.
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La seguente somiglianza risulta un pò più difficile da
intravedere, comunque la testa della persona di Picasso può essere assimilata
alla roccia di Bruegel, il braccio teso e le ombre squadrate dietro la testa
raffigurata nel Guernica ci ricordano l’asta che tiene aperta la gabbia e la
gabbia stessa.
Bruegel disegna una folla che cercando di fuggire dalla
falce della morte viene invece intrappolata in una gabbia, invece Picasso
disegna una figura che tiene in mano una lampada.
Quindi da un lato abbiamo una folla che si schiaccia pur di
entrare dentro un luogo angusto, buio e senza speranza, dall’altro abbiamo un
braccio teso con una luce simbolo di speranza.
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Bruegel rappresenta la natura attraverso un albero
rinseccolito dentro il quale cerca inutilmente riparo un fuggitivo , il tutto
assume un aspetto decadente e senza speranza.
Invece il fiore disegnato da Picasso e stretto da una mano
ci lascia intravedere una speranza.
Quel fiore simbolo della primavera diventa simbolo di una
rinascita, di una voglia di lottare e di non arredenrsi.
4 ANEDDOTI E VICENDE DEL QUADRO
Quando avvenne il bombardamento su Guernica, Picasso era
impegnato alla realizzazione di un’opera che rappresentasse la Spagna
all’Esposizione Universale di Parigi del 1937.
Il terribile episodio lo spinse a realizzare il quadro, di
notevoli dimensioni (metri 3,5 x 8) che fu realizzato in appena due mesi, e fu
preceduto da un’intensa fase di studio, testimoniata da ben 45 schizzi
preparatori.
L’opera fu dipinta a Parigi ed esposta nel padiglione
Spagnolo all'Esposizione Internazionale delle Arti e Tecniche di Parigi.
Quindi prima dell’occupazione
nazista venne trasferita negli Stati Uniti a New York al Museum of
Modern Art.
In fine dopo la morte di Franco (al quale Picasso si era
rifiutato di consegnare il quadro), il dipinto è giunto in Spagna per la prima
volta nel 1981 ed esposto per lungo tempo a Madrid al Casón del Buen Retiro presso il Prado.
Oggi è visibile al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía
di Madrid.
L'opera del Guernica è diventata oggi emblema e denuncia
contro la guerra.
Presso le Nazioni Unite di New York City,
all'ingresso della sala del Consiglio di Sicurezza, è stato posto un arazzo,
copia del Guernica, come monito per ricordare gli orrori della guerra.
Il 27 gennaio 2003, una grossa tenda blu venne
posizionata per coprire il dipinto, in modo che non fosse visibile sullo
sfondo, quando Colin Powell e John Negroponte tennero una conferenza
stampa alle Nazioni Unite.
Il giorno seguente, venne sostenuto che la tenda era stata
piazzata su richiesta delle troupe televisive, che si erano lamentate perchè il
posteriore di un cavallo sarebbe apparso appena sopra le facce dei relatori. I
diplomatici, comunque, dissero ai giornalisti che ritenevano che gli Stati Uniti fecero pressione sulle Nazioni
Unite affinchè coprissero l'arazzo, piuttosto che averlo sullo sfondo mentre
Powell e altri diplomatici statunitensi argomentavano per la guerra all'Iraq.
Per fare questo articolo, nel paragrafo in cui si confronta "Il compianto di Giotto" con il "Guernica" di Picasso, ci si è avvalsi come spunto del sito dell'Istituto Itis Cannizzaro di Colleferro , e si ringrazia anche l'autore, Antonio De Leo, per la gentile concessione delle immagini. Si consiglia anche di consultare il link originale: http://www.itiscannizzaro.net/arte/picassogiotto.htm
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