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 Ultimo Aggiornamento:
04 agosto 2010

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Il "GUERNICA" di Pablo Picasso


articolo a cura di Andrea Strambi

1 STORIA GUERRA CIVILE SPAGNOLA

2 EPISODIO DI GUERNICA

3 SIMILITUDINI E CONFRONTI CON ALTRE OPERE

3.1 "Il Guernica" di Picasso

3.2 "I mangiatori di patate" di Van Gogh

3.3 Il "Compianto" di Giotto"

3.4 "Il trionfo della morte" di Bruegel

4 ANEDDOTI E VICENDE DEL QUADRO

1 STORIA GUERRA CIVILE SPAGNOLA

Il 14 aprile 1931 in Spagna viene proclamata la repubblica.

Questa ebbe vita travagliata per i contrasti tra i partiti, da un lato vi erano le forze della Sinistra che si erano impegnate in un’azione di profondo rinnovamento economico e sociale, in particolar modo propugnando la riforma agraria, dall’altro vi era la dura opposizione della Destra monarchica e militare.

Quest’ultima, che aveva nel movimento della Falange (Movimento Nazionale) di ispirazione nazionalista il suo centro organizzativo,non esitò a gettare il paese nella guerra civile quando nel febbraio 1936 le sinistre (repubblicani, socialisti, comunisti e anarchici) alleate nel Fronte Popolare vinsero le elezioni e formarono il governo.

La guerra civile ebbe inizio nel luglio del 1936 con l’insurrezione antirepubblicana delle truppe di stanza in Marocco al comando del Generale Francisco Franco.

Da tutta Europa giunsero in Spagna i volontari antifascisti che combatterono nelle Brigate Internazionali, ma le democrazie europee non intervennero in difesa della Spagna repubblicana, anche per i sospetti suscitati dalla presenza comunista e dagli aiuti sovietici (i quali fornirono caccia Sovietici I-15 e I-16).

Invece l'Italia fascista di Mussolini inviò un vero e proprio corpo di spedizione in aiuto di Franco, e Hitler fornì importanti aiuti soprattutto per quanto riguarda l'aviazione, come la Legione Condor, un'unità dell'aeronautica tedesca (con l’impiego di caccia Messerschmidt Me-109 e il bombardiere/trasporto Junkers Ju-52,), che sperimentò in Spagna le tecniche di bombardamento che sarebbero poi state massicciamente impiegate nella Seconda Guerra Mondiale.

Dopo tre anni di sanguinosi combattimenti i franchisti ebbero la meglio: a loro favore giocò, oltre la supremazia militare, anche la disorganizzazione dell'esercito nemico che rispecchiava i contrasti politici che si erano aperti nel Fronte Popolare, con la repressione degli anarchici da parte dei comunisti in particolare.

Il conflitto durato tre anni lasciava sul campo circa un milione e mezzo di vittime.

Centinaia di migliaia di repubblicani dovettero fuggire o finirono prigionieri e Francisco Franco, proclamato "caudillo" (ossia guida, duce) instaurò una dittatura di tipo fascista, della quale fu il capo indiscusso per oltre trent'anni.

In politica estera Franco, ideologicamente vicino ai regimi dittatoriali di Italia e Germania, si mantenne prudentemente fuori della seconda guerra mondiale, avvicinandosi anzi agli alleati anglo-americani nelle ultime fasi del conflitto.

2 EPISODIO DI GUERNICA

Guernica è il nome di una cittadina spagnola che venne distrutta da un bombardamento aereo.

Questo avvenne la sera del 26 aprile del 1937 ad opera dell’aviazione militare tedesca.

L’operazione fu decisa con freddo cinismo dai comandi militari nazisti semplicemente come esperimento.

Göring, prima di suicidarsi a Norimberga nel 1946, dichiarerà ai giudici delle Nazioni Unite: "Guernica fu per la Luftwaffe un terreno di prova. Non conoscevamo un luogo più adatto per far compiere un test ai nostri bombardieri".

Il 26 Aprile 1937 la Legione Condor (letteralmente, "arma dell'aria") con aerei e piloti tedeschi, attaccò e rase al suolo la cittadina basca di Guernica, uccidendo in tre ore e mezza circa 2000 persone.

Dal punto di vista militare, Guernica era un obbiettivo del tutto insignificante; l'azione, svoltasi in un giorno di mercato, fu una strage compiuta per seminare terrore nella popolazione civile e sperimentare una nuova tattica di guerra aerea: il bombardamento a tappeto.

Poichè la cittadina di Guernica non era teatro di azioni belliche, la furia distruttrice del bombardamento aereo si abbatté solo sulla popolazione civile uccidendo soprattutto donne e bambini.

Il bombardamento che avvenne il 26 aprile del 1937 si verificò in un giorno di mercato e quindi alla popolazione abituale s'erano aggiunti numerosi agricoltori dei dintorni che portavano alla fiera il bestiame, l'olio e il vino.

Leggendo le varie testimonianze di chi assistette al bombardamento ci si rende conto che il solo fine era quello di provocare il più alto numero di morti e distruzione.

Infatti non ci fu un unico attacco ma gli attacchi furono tre a distanza di un’ora uno dall’altro in modo che durante gli attacchi successivi ci fosse la possibilità di mietere altre vittime tra i soccorritori.

Il primo attacco avvenne alle 16.30 in punto quando arrivarono in formazione una trentina di aerei, che si gettarono in picchiata e mitragliarono all'impazzata.

Dopo questo primo attacco le vittime non furono molte, forse qualche centinaio, ma lo scopo era quello di far radunare più gente possibile tra i soccorritori.

Passò un'ora. Sulla città già sconvolta comparvero 20 Heinkel 111 da bombardamento in quota, muniti di bombe da 100 e da 250 chilogrammi che sganciarono contemporaneamente.

Passò un'altra ora e gli Heinkel 111 tornarono, lanciando pressappoco 10.000 spezzoni incendiari.

Alle sette e mezzo di sera lo scame di aerei assassini si era ormai allontanato e quello che rimaneva di Guernica era un ammasso di rovine.

3 SIMILITUDINI E CONFRONTI CON ALTRE OPERE

Picasso nel dipingere il quadro di Guernica è stato sicuramente solo ispirato dal terribile episodio avvenuto nel 1937, tuttavia esistono alcune suggestive teorie per cui il Guernica potrebbe essere stato ispirato da altre opere antecedenti all’episodio.

Qui vengono descritte alcune opere che possono essere confrontate con il Guernica, proseguendo in senso orario le analizzeremo una per una:

"Il Guernica" di Picasso (1937, Madrid, Museo Reina Sofia)

"I mangiatori di patate di Van Gogh (1885, Amsterdam, Van Gogh Museum)"

" Il Compianto di Giotto (1304–1306, Padova, Cappella degli Scrovegni)

"Il trionfo della morte di Bruegel (1562-1563, Madrid, Museo del Prado)".

3.1 "Il Guernica" di Picasso

Guernica, 1937, tempera su tela, 350 x 777 cm

L'opera venne realizzata, in meno di due mesi, dopo la distruzione della cittadina basca.

Il massacro avvenuto sulla popolazione inerme viene espresso dalla drammatica composizione di corpi, visi stravolti, animali impazziti, in uno sfondo privo di colore in cui ogni figura sembra urlare il proprio dolore e la propria rabbia.

Il quadro è realizzato secondo lo stile del cubismo e la novità di quest'opera consiste nell’uso del bianco e nero, suggerito dalle immagini di distruzione apparse sui giornali, il tutto per accentuare la carica drammatica di quanto è rappresentato.

Nel quadro non vi è un’unica fonte di luce, le varie figure sono illuminate diversamente e da angolature diverse con un gioco di chiaro scuro per rendere più drammatico l’evento e confondere l’osservatore.

La composizione, che si allunga orizzontalmente, riunisce sette gruppi di personaggi (tre al centro e due rispettivamente a dex. e a six.), che vengono rappresentati in tre scene.

Le due scene laterali sono simmetriche rispetto alla figura centrale del cavallo, ai due estremi del quadro vi sono due figure urlanti (un uomo tra le fiamme e una donna in ginocchio con in braccio un bimbo morto), quindi proseguendo dai due etremi del quadro verso il cavallo seguono due figure attonite (il toro da un lato e un volto con una lampada ad olio dall’altro), infine a dex. e six. del cavallo ci sono due figure, quella a dex. sembra guardare le bombe cadere , quella a six. forse una statua rotta rappresenta gli affetti delle bombe.

La scena centrale è occupata da un cavallo, questa scena ha una struttura triangolare in cui ai due angoli inferiori ci sono delle figure umane che creano una continuità con le due scene laterali.

Il cavallo sembra essere ferito ed è raffigurato in una posizione innaturale con le fauci dolorosamente spalancate da cui fuoriescono strazianti nitriti.Forse impazzito dal rumore assordante del bombardamento.Nella bocca ha una sagoma che ricorda quella di una bomba.

È lui la figura che simboleggia la violenza del bombardamento che sconvolge la vita quotidiana della cittadina basca ed è la prima cosa che l’osservatore vede guardando il quadro.

Sopra la testa del cavallo s'innalza un grande "Occhio di Dio" messo come monito alla violenza e a ricordare che tutto ciò che accade viene sempre visto dall’Occhio di Dio.

Secondo un’altra interpretazione, che analizzeremo dopo, sopra il cavallo è posto un lampadario con una banalissima lampadina a filamento.

La scena a destra: si allungano il profilo stilizzato di una testa umana e un braccio che tiene accesa sulla scena una lampada a petrolio, forse a rappresentare le ricerche dei feriti avvenute di notte al termine del bombardamento o semplicemente una persona che si affaccia dalla propria casa cercando di capire cosa stia accadendo.

Sul margine destro della piramide centrale ,vi è una figura di donna che guarda in alto con un’espressione ignara non capendo cosa cade dal cielo.

Sulla estrema destra tra case e finestre vi è una figura col capo rovesciato all'indietro, la bocca spalancata in un grido di dolore mentre è avvolta dalle fiamme.

La scena a sinistra:nell’angolo in basso a sinistra della piramide virtuale e sotto il cavallo ferito giace, al suolo con le braccia aperte quasi fosse crocefisso, la figura di un uomo, forse una statua, che stringe con la mano destra una spada spezzata.

Gli occhi e la bocca ricordano un uomo morto ma il collo finisce con una forma geometrica più simile ad una statua rotta. Le sue braccia mostrano i nervi tesi in uno estremo dolore.

All’etrema sinistra tra le macerie fumanti sono raffigurati un toro e una madre, che straziata dal dolore tiene tra le braccia il figlio morto.

Il toro e il cavallo sono stati interpretati in vario modo ma forse bisogna solo ricordarci che il bombardamento è avvenuto in un giorno di mercato in cui quindi erano presenti anche degli animali.

Tuttavia, prima ancora del bombardamento di Guernica, Picasso aveva ritratto altre volte il tema del cavallo sofferente e del toro trionfante, volendo forse rappresentare l’odierna lotta del sesso o della forza contro la ragione.

Al cavallo Picasso contrappone sulla sinistra la figura di un toro. Esso è il simbolo della Spagna offesa. Di una Spagna che concepiva la lotta come uno scontro leale e ad armi pari.

Uno scontro leale come quello della corrida dove un uomo ingaggia la lotta con un animale più forte di lui rischiando la propria vita. Invece il bombadramento aereo rappresenta quanto di più vile l’uomo possa attuare, perché la distruzione piove dal cielo senza che gli si possa opporre resistenza. La fine di un modo di concepire la guerra viene rappresentato, anche in basso, da un braccio che ha in mano una spada spezzata: la spada, come simbolo dell’arma bianca, ricorda la lealtà di uno scontro che vede affrontarsi degli uomini ad armi pari.

3.2 "I mangiatori di patate" di Van Gogh

(1885, Amsterdam, Van Gogh Museum)

Una delle possibili interpretazioni date all’Occhio di Dio prende spunto dal quadron "I mangiatori di patate", di Van Gogh.

L’Occhio di Picasso ricorda molto bene il lampadario posto al centro in alto nel quadro di Van Gogh, in questo quadro viene raffigurata una famiglia di contadini all’interno di una casa riunitasi intorno ad un tavolo per consumare insieme la cena.

Dal quadro di Van Gogh si riesce a sentire l’odore del lardo, del fumo, del vapore delle patate, del profumo del caffè appena versato nelle tazze, tutto insomma in un’atmosfera rilassata e in cui la famiglia è al sicuro in casa.

Di questo quadro il lampadario e il muro sullo sfondo sono le uniche cose che Picasso cita, in modo da rendere più esplicito il fatto che la serena atmosfera famigliare è stata drammaticamente spazzata via e le uniche cose, che lontanemante la ricordano, sono quel lampadario e quel muro.

3.3 Il "Compianto" di Giotto

(1304–1306, Padova, Cappella degli Scrovegni).

Il dipinto ritrae il Cristo appena tolto dalla croce.

Tutta la scena è rappresentata in modo da proiettare la visione dell’osservatore direttamente sul Cristo.

In primo piano ai lati del Cristo ci sono due donne ritratte di spalle assimilabili a due grosse rocce e non riconoscibili che con la loro presenza incanalano lo sguardo dell’osservatore verso il Cristo. Sullo sfondo della scena vi è una roccia scoscesa che fa scivolare la sguardo dell’osservatore in basso verso il Cristo.

Le figure riconoscibili sono Maria di Cleofa con le braccia sollevate in atto di dolore, Maria Salomè, al centro della scena mentre sostiene i polsi di Cristo, Maria di Maddalena che sostiene i piedi di Cristo e Maria Vergine che sostiene il Cristo, adagiato sulle sue gambe

In piedi, alla destra della scena ci sono Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo.

La figura di Giovanni Battista è in piedi di profilo con lo sguardo diretto verso il volto del Cristo e le braccia tese all’indietro in un espressione di dolore.

Andiamo ora a vedere le varie analogie che ci sono tra il Compianto di Giotto e il Guernica Picasso.

Nella parte sinistra del quadro c’è una madre che stringe tra le braccia il figlio morto posato sulle proprie gambe, analogamente alla Vergine nel dipinto di Giotto.

In entrambi i quadri vi è un unico elemento orizzontale, in Picasso è il corpo di un uomo, un soldato che muore vittima della violenta aggressione tedesca e in Giotto è il Cristo che muore vittima della violenza degli uomini.

In Guernica a destra c’è una figura in piedi che, imprigionata dalle fiamme, solleva le braccia al cielo in atto di dolore come in Giotto fa Maria di Cleofa alle spalle del Cristo.

Nella scena destra del dipinto di Picasso c’è una figura femminile con le braccia protese indietro, proprio con la medesima postura di Giovanni Battista nel Compianto, tutti e due hanno lo sguardo puntato verso il fulcro della scena, uno verso l’occhio di Dio, l’altro verso il volto del Cristo.

In Guernica, ad aggiungere forza all'analogia tra i due dipinti, si aggiunge un viso che dirige lo sguardo verso la donna che tiene in braccio il figlio morto. Le due figure di Picasso presentano lo stesso identico volto, e quel volto è estremamente somigliante a quello del Battista di Giotto.

I tre personaggi hanno, nei due dipinti, il medesimo slancio del collo proteso in avanti.

In Guernica il personaggio viene scisso in due elementi distinti, uno che punta in cielo e l'altro in terra, proprio come fanno le mani del Battista nel Compianto.

La forma dell’albero di Giotto ricorda il fiore di Picasso, in Giotto l’albero è spoglio, non secco, indicando quindi la prossima primavera, cioè la resurrezione di Cristo.

Nel dipinto di Picasso le ali degli angeli sono rappresentate da un uccello disegnato nella parete di fondo di sinistra e dalle corna del toro.

3.4 "Il trionfo della morte" di Bruegel

(1562-1563, Madrid, Prado)

In questo dipinto viene esaltata l’enorme capacità di Bruegel nell’organizzare le scene di massa e l’osservatore, fissando la propria attenzione sui numerosi episodi che vi sono rappresentati ne viene trascinato all’interno come risucchiato da una forza maggiore.

Il dipinto è suddiviso in tre scene: una in alto che occupa interamente lo sfondo e che risulta meno articolata, e altre due scene in basso rispettivamente a six. e a dex.

Nella scena in alto si vedono incendi, forche e ruote della tortura su un terreno arido e spoglio, e il rumore causato dalla caotica folla ritratta in basso risulta attenuato dal periodico battere a morte della campana in alto a six. suonata da uno scheletro.

Le due scene in basso invece sono diversamente articolate, per cui una è resa più intensa dell’altra.

Tuttavia risultano inseparabilmente legate fra loro tramite lo svilupparsi di cinque diversi episodi che si svolgono da sinistra a destra a uguali distanze: l’imperatore, il cardinale, il pellegrino, i guerrieri, la coppia di amanti.

Questi episodi sottolineano la crudeltà e l’imparzialità della morte, che non fa alcuna distinzione tra imperatore, cardinale e contadini.

A partire da six. troviamo l’imperatore, caduto per terra, e uno scheletro che, deridendolo, gli mostra la clessidra per fargli capire che è venuto il suo tempo, mentre un altro scheletro fruga tra i suoi denari. Proprio di fianco a questa scena un pellegrino viene barbaramente sgozzato e un cardinale viene trascinato via ormai morente.

Nelle numerose scene descritte da Bruegel si possono intravedere alcuni dei 7 vizi capitali :

la superbia espressa dalle due figure dell’imperatore e del cardinale; l’ira, espressa attraverso le figure dei mercenari e dei soldati che cercano di opporsi agli scheletri della morte; l’accidia e la lussuria rappresentate contemporaneamente dalla coppia di amanti che intenti a far musica dimostrano la totale indifferenza a quello cha sta succedendo intorno; la gola rappresentata dalla tavola imbandita; l’avarizia espressa dai recipienti colmi di denaro.

Vediamo ora gli accostamenti che si possono fare con il quadro di Picasso.

La prima cosa che si nota in Bruegel è che la sua opera risulta molto complessa e minuziosa nella descrizione dei dettagli mentre Picasso risulta molto più conciso (cubista).

Nel Guernica le figure sono poche ma l’effetto della drammaticità non ne risulta affatto attenuato, invece Bruegel ci avvolge con la sua rappresentazione delle folle di scheletri e di persone che si fondono in un colore rosso fuoco.

Al contrario Picasso utilizza il bianco e nero in quanto colpito dalle immagini viste sui giornali del bombardamento di Guernica.

Entrambi quindi utilizzano colori diversi ma in entrambi i casi quello che si ottiene è l’apoteosi del terrore, della paura, del dolore, della morte.

L’Occhio del Guernica lo possiamo in qualche modo accostare alle ruote della tortura sulle quali gli sfortunati venivano legati e tenuti fino al sopraggiungere della morte.

I due cavalli raffigurati da Bruegel risultano completamente diversi sia nell’aspetto che nell’epressione rispetto al cavallo di Picasso.

In Bruegel entrambi i cavalli raffigurati sono ridotti pelle e ossa, entrambi vengono cavalcati da scheletri, uno che semina terrore e miete vittime con la sua falce l’altro stancamente suona una campanella. I due cavalli, pur simili nel loro aspetto scheletrico, vengono rappresentati uno teso nel massimo sforzo del galoppo e l’altro stanco mentre trascina un carro.

In Picasso il cavallo sprizza forza ovunque, dal forte collo, dal corpo robusto e soprattutto dalle fauci spalancate in un’espressione di rabbia in quanto impossibilitato alla reazione contro un nemico che piove dal cielo.

La sensazione che si ricava da Picasso non è una sensazione negativa, di rassegnazione, di tristezza ma è una sensazione di estrema forza, di lotta , di volontà a reagire. Il cavallo non è rassegnato ma si contorce come a voler disarcionare un ipotetico cavaliere.

In Bruegel la morte colpisce indiscriminatamente tutti dall’imperatore al soldato e entrambi vengono raggiunti dalla morte tenendo in mano il simbolo della loro forza, uno tiene in mano lo scettro e accetta la morte come si conviene ad una persona del suo alto lignaggio, l’altro , il soldato cerca in un estremo tentativo di opporsi con la spada alla morte.

In Picasso la morte è già arrivata, il soldato a terra con in mano la spada spezzata rappresenta il risultato di una battaglia che ha visto vincitrice la furia assassina delle bombe.

Tuttavia il fiore tenuto in mano dal soldato è messo lì per essere raccolto e conservato per non dimenticare ciò che è successo.

Confrontando le due donne che stringono tra le braccia il loro bimbo, quella che più ci colpisce, è senz’altro quella ritratta da Picasso in cui il dolore straziante della donna per la perdita del figlio ci penetra come una lancia.

In Bruegel la donna è caduta, forse morta, mentre uno scheletrico cane, forse affamato o forse solo per affetto ai suoi padroni, si avvicina al neonato, la scena assume un aspetto calmo e triste.

L’espressione delle due figure risulta molto simile, sia nel volto, sia nella posizione delle braccia, sia nella posizione delle spalle e del corpo.Entrambi guardano in alto, chi verso le bombe assassine chi verso le folle sanguinarie degli scheletri, entrambi sembrano inermi ma non rassegnati.

Uno è pronto a sguainare la spada per combattere l’altro si dirige nel luogo dove cadono le bombe per dare soccorso ai feriti.

La seguente somiglianza risulta un pò più difficile da intravedere, comunque la testa della persona di Picasso può essere assimilata alla roccia di Bruegel, il braccio teso e le ombre squadrate dietro la testa raffigurata nel Guernica ci ricordano l’asta che tiene aperta la gabbia e la gabbia stessa.

Bruegel disegna una folla che cercando di fuggire dalla falce della morte viene invece intrappolata in una gabbia, invece Picasso disegna una figura che tiene in mano una lampada.

Quindi da un lato abbiamo una folla che si schiaccia pur di entrare dentro un luogo angusto, buio e senza speranza, dall’altro abbiamo un braccio teso con una luce simbolo di speranza.

Bruegel rappresenta la natura attraverso un albero rinseccolito dentro il quale cerca inutilmente riparo un fuggitivo , il tutto assume un aspetto decadente e senza speranza.

Invece il fiore disegnato da Picasso e stretto da una mano ci lascia intravedere una speranza.

Quel fiore simbolo della primavera diventa simbolo di una rinascita, di una voglia di lottare e di non arredenrsi.

4 ANEDDOTI E VICENDE DEL QUADRO

Quando avvenne il bombardamento su Guernica, Picasso era impegnato alla realizzazione di un’opera che rappresentasse la Spagna all’Esposizione Universale di Parigi del 1937.

Il terribile episodio lo spinse a realizzare il quadro, di notevoli dimensioni (metri 3,5 x 8) che fu realizzato in appena due mesi, e fu preceduto da un’intensa fase di studio, testimoniata da ben 45 schizzi preparatori.

L’opera fu dipinta a Parigi ed esposta nel padiglione Spagnolo all'Esposizione Internazionale delle Arti e Tecniche di Parigi.

Quindi prima dell’occupazione nazista venne trasferita negli Stati Uniti a New York al Museum of Modern Art.

In fine dopo la morte di Franco (al quale Picasso si era rifiutato di consegnare il quadro), il dipinto è giunto in Spagna per la prima volta nel 1981 ed esposto per lungo tempo a Madrid al Casón del Buen Retiro presso il Prado.

Oggi è visibile al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid.

L'opera del Guernica è diventata oggi emblema e denuncia contro la guerra.

Presso le Nazioni Unite di New York City, all'ingresso della sala del Consiglio di Sicurezza, è stato posto un arazzo, copia del Guernica, come monito per ricordare gli orrori della guerra.

Il 27 gennaio 2003, una grossa tenda blu venne posizionata per coprire il dipinto, in modo che non fosse visibile sullo sfondo, quando Colin Powell e John Negroponte tennero una conferenza stampa alle Nazioni Unite.

Il giorno seguente, venne sostenuto che la tenda era stata piazzata su richiesta delle troupe televisive, che si erano lamentate perchè il posteriore di un cavallo sarebbe apparso appena sopra le facce dei relatori. I diplomatici, comunque, dissero ai giornalisti che ritenevano che gli Stati Uniti fecero pressione sulle Nazioni Unite affinchè coprissero l'arazzo, piuttosto che averlo sullo sfondo mentre Powell e altri diplomatici statunitensi argomentavano per la guerra all'Iraq.




Per fare questo articolo, nel paragrafo in cui si confronta "Il compianto di Giotto" con il "Guernica" di Picasso, ci si è avvalsi come spunto del sito dell'Istituto Itis Cannizzaro di Colleferro , e si ringrazia anche l'autore, Antonio De Leo, per la gentile concessione delle immagini. Si consiglia anche di consultare il link originale: http://www.itiscannizzaro.net/arte/picassogiotto.htm

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